Se vi piacciono le storie fantastiche, di castelli sperduti e leggendari, che racchiudono segreti di amori tormentati e traditi, cavalieri valorosi e creature mostruose, allora non potete non fare una capatina al Castello di Sciacca in Sicilia.
Questo è un luogo davvero singolare, poichè è popolato da migliaia di teste scolpite sulle rocce, sui rami e sui tronchi degli ulivi. Regno, un tempo, di Filippo Bentivegna, nato a Sciacca nel 1888, pare che negli anni della sua adolescenza emigrò negli Stati Uniti.
Arrivato prima a Boston, poi spostatosi a New York e Chicago, fu vittima di un incidente sul lavoro e di un’aggressione, che segneranno per sempre la sua vita.
Pare infatti che questi episodi lo fecero impazzire del tutto, tanto che sarà ricordato come il “folle di Sciacca”.
Fu poi nei primi anni del ‘900 che Filippo Bentivegna, tornato in Sicilia dopo la Grande Guerra, decise di chiudersi in solitudine in questo luogo.


Qui ben presto diede vita al suo personalissimo regno, popolato di tante teste scolpite, volti che spuntano dalla grigia pietra, forse a far compagnia a quell’uomo ormai solo. Il castello è un luogo surreale, suggestivo, magico: un museo a cielo aperto a pochi chilometri dal centro di Sciacca, frutto del lavoro di Bentivegna che scolpì queste teste – circa 20 mila esemplari – nella pietra per oltre 50 anni.
Qui vi rimase fino alla morte, avvenuta nel 1967.
L’anno dopo, un collaboratore di Jean Dubuffet, teorico dell’Art Brut, riconobbe nel castello di Sciacca una indiscutibile importanza artistica e presto il sito venne ristrutturato ed aperto al pubblico.
Oggi alcune delle teste di Bentivegna sono esposte al museo dell’Art Brut di Losanna, istituito in memoria di Dubuffet.

Prendetevi pochi minuti e guardate questo piccolo e interessantissimo documentario sulla figura di Filippo Bentivegna e sul mistero delle teste di pietra.

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