Abbiamo intervistato Simona Albanese, 28 anni, pugliese, giovane ingegnere di talento che da ben 10 mesi vive nel pieno del deserto roccioso della Namibia (Sud Africa), dove assieme al suo staff sta realizzando la più grande diga della nazione.simona albanese

Quando e come è iniziata la tua esperienza lavorativa all’estero?

La mia esperienza lavorativa all’estero è iniziata attraverso il progetto “100 young engineers” promosso dalla Salini Impregilo, la più grande azienda di costruzioni italiana operante all’estero. La S.I.,dopo un lungo percorso di selezione, ha assunto 100 neolaureati italiani in ingegneria che sono stati assegnati a diversi cantieri in tutto il mondo. Il mio primo cantiere è stato, all’inizio del 2015, il centro culturale SNFCC progettato da Renzo Piano, in Grecia. Dopo circa un anno e 2 mesi, con l ‘inaugurazione dell’edificio, lo staff è stato riassegnato e mi è stata proposta la partecipazione come tecnico alla costruzione della più grande diga della Namibia, in Africa, dove lavoro ormai da 10 mesi.

Cosa è significato per te lasciare l’Italia?

Io comunque lavoro in un azienda Italiana, che porta la bandiera nazionale all’estero. La S.I. è simbolo dell’eccellenza italiana nel settore della costruzione, è quindi per me motivo di orgoglio poter lavorare in un tale progetto. La vedrei più come “portare un po’ di italia in ogni parte del mondo” piuttosto che lasciare l’italia.

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Qual è stato l’impatto con l’Africa?

L’Africa è un continente completamente differente dall’Europa. È un luogo dai ritmi lenti, paesaggi sconfinati, assenza di mercato e servizi. L’impatto è forte, per chiunque. Non siamo abituati a spazi aperti, assenza di strade, negozi, fino ad arrivare all’acqua potabile o all’elettricità.

Quali sono i posti più belli che hai visitato in Namibia?

Uno dei posti più belli è sicuramente Sossusvlei, zona situata nel Deserto del Namib meridionale all’interno del Namib-Naukluft National Park. Qui si può scalare la duna di sabbia più alta del mondo, la big daddy, e campeggiare nel deserto. Si rimane meravigliati per i colori definiti e compatti, tali da sembrare un quadro. Tantissime sono le mete che meritano una visita. Tra le città, sicuramente Swakopmund e Windhoek per il divertimento, Luderitz, per le ottime aragoste e il crayfish festival che si tiene a fine aprile.
Per i parchi nazionali e i safari, l’Ethosha, l’Eirindi e il Mata Mata. La Namibia è una nazione da esplorare in stile Indiana Jones. Bisogna essere propensi all’avventura, con tanto spirito di adattamento. Personalmente, l’esperienza più bella della Namibia è guidare e osservare i meravigliosi paesaggi che essa offre.

namibiaQuali sono state le esperienze più singolari?

L’esperienza più singolare è stata la prima sera che sono andata a cena fuori, nel “ristorante” più vicino al mio campo. Uscita dal campo in auto, ho percorso con i miei colleghi un’ora di macchina per arrivare al seeheim, una trattoria a conduzione famigliare, immersa nel deserto del sud. Questo ristorante offre in genere solo il piatto del giorno e carne cacciata o allevata direttamente dai proprietari. Qui ho assaggiato per la prima volta la bistecca di zebra! Inoltre, la trattoria è completamente isolata, è l’ unico edificio che è possibile vedere a vista d’occhio in ogni direzione. Non ci sono luci, né sulla strada, né nei dintorni. Solo nel ristorante. Difronte ci sono dei binari abbandonati: dopo cena abbiamo passeggiato sui binari, illuminati solo dalla luce della luna.

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Come descriveresti la Namibia?

La Namibia è un posto che, a differenza di quanto si pensi, è costoso: è per un turismo d’élite. Questa nazione ha una popolazione di appena 2 milioni di abitanti per una superficie che è 3 volte l’ Italia. La maggior parte dello spazio fisico è pura natura, anche se principalmente desertica. C’è ancora poca civilizzazione, gran parte della popolazione vive ancora in bidonville prive di elettricità. Il mercato è scarso, e si vive principalmente di allevamento e coltivazione.

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Il raggiungimento dell’indipendenza dall’apartheid soltanto nel 1994, ha lasciato la Namibia indietro rispetto il processo di industrializzazione, che sembra iniziare appena adesso. I posti turistici, nonostante siano turistici per definizione, risultano nel vero senso della parola “wild”, perché è la Namibia ad essere ancora “wild”.

namibiaQui si vive immersi nella natura: dall’orix che ti attraversa la strada, allo scorpione che ti cammina fuori alla porta di casa, alle tempeste di sabbia che arrivano a giorni alterni, ai serpenti che gironzolano fuori dall’ufficio, ai tornado negli spazi aperti, all’assenza di palazzi, al buio, quel buio che non avevo mai visto, e di conseguenza alla luce delle stelle, alla via lattea che puoi vedere ad occhio nudo.

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