Dall’idea di realizzare una vera e propria “città ideale” nasce La Scarzuola, località dell’Umbria nota per essere un inno all’architettura e al surrealismo. La sua storia ha origini molto antiche. Situata in provincia di Terni, le cronache medievali narrano che nel 1218 San Francesco costruì una capanna all’interno della quale furono piantate una rosa e l’alloro, ed entrambi diedero vita a una fontana. La capanna di cui si parla sarebbe stata realizzata utilizzando la Scarza, pianta dalla quale deriverebbe il nome di questa località.

La Scarzuola, per rivivere esperienze visive passate.

Rivisitata nel 1957 dall’architetto milanese Tomaso Buzzi, La Scarzuola divenne così una “città-teatro”, al tempo stesso affascinante, bizzarra e surreale. Fu concepita, secondo quanto riportato sul sito turismo.it, sulla personale visione dell’architetto che ne fece uno dei luoghi più strambi e incantevoli d’Italia. L’aspetto che fu dato è quello di una immensa scenografia teatrale, dato che al suo interno tra scale, labirinti, spirali, anfiteatri, colonnati e torri ci sono una serie di teatri quasi incastonati, che si scavalcano tra loro volontariamente. Insomma, un recupero di esperienze visive passate.

Si tratta di un’architettura che trae origine dalla storia, come Villa Adriana, l’Acropoli, Villa d’Este e altri ambienti che si scoprono man mano che ci si addentra in questo luogo unico nel suo genere. Non è semplice da raggiungere. Questa pseudo-città si trova sulle colline e per accedervi è necessario barcamenarsi tra strade impervie e sterrate; è infatti “protetta” dalla vegetazione dei boschi.

la scarzuola istituto europeo del turismo 1

La Scarzuola resta una grande incompiuta, o meglio, volutamente incompiuta da Tomaso Buzzi che, dopo averci lavorato nel periodo compreso tra il 1958 e il 1978, l’ha “abbandonata” per mostrarla al mondo. Una città ideale che ancora oggi è possibile visitare previa prenotazione. Un’alternativa o un’aggiunta agli itinerari dell’Umbria, una delle regioni più affascinanti d’Italia. Ecco come l’architetto descriveva La Scarzuola: “Quando sono qui, sono nudo (…) Pur vivendo, in mezzo alla gente del Bel Mondo quasi come uno di loro, e lavorando per i committenti in modo serio e professionale, in verità io vivo una vita di sogno, segreta, in mezzo alle mie carte, ai miei disegni e le mie pitture, le mie sculture. E anche la Scarzuola diventa sempre più, in pietra viva, il mio sogno a occhi aperti, sempre più vasto e complesso, e ricco di significati reconditi, di allusioni, di metafore, di concetti, di segreti…”.

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